Storia di una donna salvata da Leonardo Da Vinci
Ci sono storie davvero affascinanti, così belle che sembrano quasi sconfinare nella fantasia…
Come quella che voglio raccontare questa sera.
E’ la storia di come una donna, Dianne Dwyer Modestini (moglie del grande restauratore di opere d’arte) scoprì di avere di fronte un quadro di Leonardo: il Salvator Mundi!
In realtà non mi ha incantato solo la vicenda del restauro con la relativa scoperta, ma la somma degli avvenimenti intorno, che hanno trasformato il tutto, in una vera trama da film.
Era l’aprile del 2005, un vecchio amico della Signora, tale Robert Simon, esperto di Rinascimento, telefonò a Dianne dicendo di avere in mano un dipinto da mostrarle.
Si presentò alla porta con un quadro ritraente il Cristo come Salvator Mundi.
Dianne lo prese, lo appoggiò ad un cavalletto e cominciò ad osservarlo curiosa.
Saltò subito all’occhio la qualità della mano benedicente, uno dei pochi tratti ben conservati, ma nonostante questo, il dipinto non fece una grande impressione alla donna che infatti propose a Robert di passarlo ad uno dei suoi allievi, ma l’amico non si diede per vinto ed insistette affinché fosse proprio lei ad occuparsi del restauro.
Dopo un sospiro Dianne si alzò dalla sedia per prendere dell’ovatta, la intinse in un composto di acquaragia e acetone e con infinita delicatezza iniziò a pulire il quadro.
La vernice spessa si sciolse con estrema facilità e pian piano gli strani ritocchi intorno a viso e alla testa scomparvero.
La tavola, chiaramente Cinquecentesca, era molto sottile e irregolare e ne aveva un’altra incollata nella parte sottostante risalente, senza dubbio, all’800.
Dopo che Robert se ne andò la donna mostrò al marito Mario il quadro, domandando lui cosa ne pensasse.
Mario disse immediatamente che poteva essere solo un artista dell’epoca di Leonardo, magari un suo allievo…fu allora che la donna sentì associare questo meraviglioso capolavoro al grande genio.
Insieme all’amico Robert, la donna cominciò a confrontare le varie versioni del Salvator Mundi (opera di Leonardo perduta nei secoli) con quella che i due avevano davanti e cominciarono a chiedersi per quale ragione nessuno notò mai questa.
Fatto sta che da quel momento in avanti il quadro passò fra le mani di vari restauratori e Dianne tornò alla vita di sempre.
Era l’inizio del 2006, quando Mario morì.
Dianne morì con lui, lo amava alla follia, era stato contemporaneamente il suo amante, il suo consigliere, il suo migliore amico e questa perdita la ferì al punto tale da non aver più la forza di vivere. La donna iniziò a prendere antidepressivi mischiati al vino bianco, non riusciva più a smettere di piangere, non riusciva più a tornare come prima…fino a che…
…fino a che il Salvator Mundi non bussò nuovamente alla sua porta.
La superficie era decisamente migliore, e iniziò ad insinuare in lei l’idea che potesse proprio trattarsi dell’opera perduta di Leonardo, ma l’autenticità di un quadro è davvero difficile da stabilire e nessun professionista serio si prenderebbe mai la responsabilità di dichiarare, se non con assoluta certezza, l’autenticità di un dipinto.
Dianne passò i mesi successivi a restaurare meticolosamente ogni particolare, avvalendosi di pennelli piccolissimi, ritocchi delicatissimi e di un microscopio.
Trascorreva le giornate lavorando undici ore e chiacchierando incessantemente con il marito scomparso, come se parlare l’aiutasse ad averlo lì vicino.
Poi un giorno accadde che le pennellate arrivarono ai contorni delle labbra, praticamente inesistenti; non c’era traccia delle pennellate originali, era come se il colore fosse stato soffiato sopra.
Alla donna venne subito in mente la Mona Lisa esposta al Louvre. Andò a cercare un volume che conteneva alcune immagini ad alta risoluzione del dipinto e come per incanto, capì di avere di fronte certamente un Leonardo originale.
Iniziò a tremare, le mancò il fiato, riuscì a malapena a coprire il dipinto con un telo e telefonare all’amico Robert.
In realtà quest’ultimo, non sembrò molto sorpreso, forse lo sospettava da subito, ma comunque l’opinione dei due non era sufficiente, era necessario rivolgersi ad esperti.
Per farla breve, tutti furono concordi sul fatto che si trattasse di un Leonardo e che quello fosse il quadro andato perduto, al punto tale che la National Gallery di Londra che proprio in quel periodo stava preparando una mostra sul grande genio, volle includere tra i quadri esposti anche questo…
La storia andò avanti ancora tantissimo fino al 15 novembre 2017, giorno in cui il dipinto venne venduto all’asta per 450 milioni di dollari…
E anche questa storia travagliata è finita in un modo un po’…pragmatico
Peccato perché quello che questa donna ha scoperto, è andato ben oltre che un mucchio di quattrini…quegli occhi e quella bocca l’hanno salvata, e le hanno ridato la vita e non solo a lei…racconta infatti:”Quando alla fine lo vidi, attraverso la folla di gente che lo guardava e ne parlava, mi mancò il respiro….in quello stesso istante ogni mio dubbio scomparve…” “…ricevetti varie mail di sconosciuti che mi esprimevano la commozione che il dipinto aveva suscitato loro e mi davano addirittura della santa…ci fu chi si mise a piangere di fronte all’opera e io capivo perfettamente perché l’opera riuscisse e muovere emozioni di quel tipo…”
Mi sarebbe piaciuto dilungarmi e raccontarvi nei dettagli tutta questa meravigliosa storia, ma purtroppo la modernità e i tempi dei post non me lo permettono.
Questa è la “favola” di una donna, di un quadro e di Leonardo da Vinci, un uomo che semplicemente con un pennello e dei colori riusciva a trasmettere emozioni straordinarie…magia?
No, genialità.
Solo questo.
Ele…
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