Stampe del Rinascimento: da Gutenberg a Zuckerberg
Passando molto tempo in auto, trascorro i minuti ad ascoltare ogni tipo di programma radiofonico e venerdì, proprio mentre affrontavo l’ennesimo viaggio per andare al lavoro, ho sentito la frase più bella e significativa degli ultimi 15 anni…di come l’informazione sia cambiata e sia passata da “Gutenberg a Zuckerberg!”…pensiero molto eloquente direi…
Non voglio passare la serata a fare la moralista, non sono capace e francamente non mi interessa, voglio invece raccontarVi di come Gutenberg abbia in qualche modo, anche rivoluzionato l’arte del Rinascimento.
Sono andata a curiosare ed ho scoperto cose ed artisti a me sconosciuti.
La stampa rivoluzionò il pensiero e l’arte dell’Europa del quattrocento, poichè permise di divulgare più facilmente e velocemente pensieri ed immagini come mai prima di allora.
In realtà non si sa tutt’ora bene dove la nuova tecnica abbia avuto origine, Germania, Fiandre… è ancora oggi tutta una discussione.
In ogni caso, la famosa Bibbia di Gutenberg fu realizzata a caratteri mobili (una eccezionale novità) nella città di Magonza tra il 1450 e il ‘56.
Solo un ventennio dopo iniziarono a nascere un discreto numero di tipografie nelle aree comprese fra Germania, Fiandre, Francia e ovviamente (😅) Italia.
La domanda di libri iniziò a crescere e questo fenomeno portò alcuni artisti a disegnare immagini destinati ad edizioni di “lusso” oppure a vendere semplicemente le loro stampe.
Varie erano le tecniche di stampa.
In xilografia: ossia il disegno era riprodotto a rilievo su legno, imbevuto nell’inchiostro e impresso sulla carta.
La tecnica incisoria: il disegno era tracciato su di una lama in metallo (di solito il rame) con un utensile chiamato bulino. Successivamente la lastra era cosparsa di inchiostro , ripulita in modo tale che questo rimanesse solo nelle parti necessarie, infine veniva inumidita e poi premuta o stesa con un rullo sulla lastra in moda da assorbire l’inchiostro presente nelle incisioni.
Altra tecnica la puntasecca: in questo caso il disegno era eseguito con un utensile aghiforme che lasciava leggere sbavature lungo i bordi del solco. Grazie a quest’ultima tecnica, una volta imbevuto nell’inchiostro e stampato, il disegno otteneva linee più morbide e sfumate.
Infine vi era la tecnica chiamata acquaforte: permetteva di ottenere tecniche pittoriche più complesse. Il disegno veniva inciso su uno strato di cera, applicato alla lastra metallica. Questa veniva bagnata con un acido che corrodeva il metallo intorno alle linee incise, infine si passava l’inchiostro e si procedeva alla pressione su carta.
Grazie alle stampe senz’altro meno costose, l’arte divenne accessibile ad una più vasta clientela e non solo alle classi agiate; in questo modo anche gli artisti iniziarono disegnare soggetti di vario tipo servendosi ed inspirandosi anche di stampe a loro volta acquistate da “colleghi” stranieri.
Fra gli stampatori più famosi ricordiamo Martin Schongauer, Maestro d’arte stimato ed apprezzato da artisti del calibro di Michelangelo, ma il più virtuoso fu Durer, figlio di orafi e quindi d’arte, era bravissimo nell’incisione. Per le Sue opere attinse dalle fonti più varie: artisti italiani, tedeschi, fiamminghi e anche semplicemente da ambientazioni che lo circondavano, del quale fu un ottimo osservatore.
Riuscì a tradurre ottimamente ciascuna di queste sue osservazioni in xilografie ed incisioni senza precedenti di egual pregio o complessità.
Bellissima scoperta è stata la Sua opera “Melanconia”.
Durer era assalito dalla convinzione che un artista non fosse un semplice artigiano, bensì un essere superiore guidato dall’inspirazione divina. (Modesto eh?!)
Quest’immagine rappresenta il Suo autoritratto oppresso da pensieri, ansie e malinconia. (Le condizioni necessarie per essere geni creativi).
Vari strumenti del mestiere sono sparsi in giro, inutilizzati.
Con l’incisione, egli riesce, in maniera straordinaria a dare sfumature e toni cupi che esprimono l’umore dell’artista.
Un’ altra opera assolutamente da non dimenticare è “Il peccato originale” .
Un’opera influenzata dal viaggio in Italia di Durer e dagli studi che dedicò alla bellezza ideale e perfetta, presente in pittori italiani come Mantegna, ai testi di scrittori classici e alle sculture antiche.
Insomma non se il futuro sarà di Zuckerberg, quello che è certo è che quest’ultimo ha regalato, per ora, molto poco all’arte e che attualmente Facebook è la nuova divulgazione per tutti (belli e brutti – intelligenti e non)….mah!☹️
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