Solo un po’ di Keith Haring – seconda parte
Chiudete gli occhi…😴
Siamo a metà degli anni ’80 (ci siete?!)
E’ tarda notte…tipo verso le 2…ok?
Milano: un giovane Keith Haring smette di dipingere nella galleria dove lavora temporaneamente, più o meno a quell’ora….😱corre nel Suo locale preferito…Il Plastic!
Solo in quel posto si sente a casa, a New York…
C’è un Suo caro amico ad aspettarLo. Il deejay, un certo Nicola Guiducci🤔(uno dei fondatori del famoso locale).
Lì tutti lo conoscono…è quel tizio che disegna ovunque: sui cartelloni pubblicitari, sui teloni dei camion, nelle metropolitane, sui muri…
Ma in quel luogo è solo un ragazzo come tanti che ha una voglia matta di divertirsi.
Di giorno si concede ai “muri”, di notte no…di notte vive la vita di un ragazzo.
Il giorno dopo, credo nel pomeriggio, dopo essersi stra fatto di droga e sesso, torna a vestire gli abiti quotidiani e diventa l’incantatore di serpenti che attira su di se lo sguardo di altri, tantissimi giovani (come una pop star).
Tutti adorano vederlo disegnare, graffittare e Lui immerso completamente in quello che fa, non perde la concentrazione e continua…continua…continua, fino allo sfinimento…fino alle due di notte…uauuuuu!!!😮😲
Milano è solo una delle Sue tante case del mondo.
Keith Haring durante l’intensa vita è un nomade; passa da uno stato all’altro velocissimamente…
Arriva a Milano all’aeroporto… solo un paio d’ore e poi riparte: Parigi, Bruxelles, Berlino, Roma, Firenze, Amalfi, New York, poi torna in Europa…insomma un via vai continuo ed incessante.
Ovunque va, ha amici e feste che lo aspettano.
Pare che proprio in una di queste feste…in Italia sempre a Milano…ci abbia lasciato qualcosa.
Qualcosa che solo ultimamente è saltato fuori.
Sempre occhi chiusi…😴
Via Laghetto, pieno centro milanese, vicino all’università…un palazzo carino, con le persiane tutte colorate e con un baretto accogliente al pianterreno.
Prendendo le scale strette si arriva dentro un appartamento.
Durante una festa, in questa casetta abitata da giovani studenti, arriva anche Keith che dopo un bicchiere di troppo, inizia a disegnare le pareti aiutato dai suoi amici.
Passano gli anni e di quella stanza ci si dimentica.
Lo stabile viene sgomberato, messo in vendita dal Comune e acquistato dalla famiglia Moratti (guarda un po’).
I Moratti fanno subito caso al particolare affresco e chiedono un parere allo stilista Fiorucci, intimo amico di Haring, che è subito convinto sia un’opera dell’artista.
Solo negli ultimi mesi, però, si è resa nota la sorpresa lasciataci dal graffittaro.
Infatti un famoso critico d’arte…tale Giulio Davilt ha affermato che l’opera potrebbe essere proprio Sua.
Risale alla fine degli anni 80, il periodo nel quale Keith è rimasto più a lungo in Italia ed è senz’altro probabile che in tantissime altre case ci sia un segno del Suo passaggio.
Non è affascinante sapere che è così presente anche a distanza di trent’anni e più?
Nessun Commento