Mark Landis: Un Vero Falsario da Film
Vi è mai capitato di sentirVi soli?
L’altra sera non riuscivo a prendere sonno e ho guardato la tele fino a tardi: più o meno le due.🚬
C’era un documentario bellissimo su un tizio davvero singolare, ma proprio solo: Mark Landis…
Mi ha fatto una tenerezza incredibile!👀
Nato e cresciuto in una famiglia speciale, alla morte dei genitori ha moltiplicato la Sua solitudine all’ennesima potenza, rinchiudendosi in se stesso e rimanendo completamente SOLO.
Ma “solo” nel vero senso della parola…
Mark Landis è figlio di un militare della marina, che condusse la famiglia in giro per il mondo per gran parte della vita.✈️
I Landis amavano viaggiare e lo fecero anche nei momenti liberi, al di fuori del lavoro del padre.
Portarono Mark in giro per l’Europa e l’Asia, stimolandolo continuamente e facendogli visitare ogni tipo di museo o città d’arte.
Mark per ogni museo, si portava via il catalogo delle opere esposte e la sera, mentre i genitori erano a cena o partecipavano ad eventi mondani, lasciandolo solo in albergo, non riuscendo a dormire, trascorreva il tempo disegnando.
Scoprì che una cosa che gli riusciva veramente bene, era quella di copiare le opere stampate sui vari cataloghi racimolati nelle visite e piano piano la Sua divenne un’ossessione pazzesca.
Il padre di Landis, morì quando egli era appena un ragazzo, fece un fatica immensa a riprendersi, tant’è che cadde in depressione e la Signora Landis fu costretta a farlo ricoverare in una clinica psichiatrica.
Gli venne diagnosticato un problema di schizofrenia che ancora oggi cura con medicinali e visite costanti.
Purtroppo nel 2010, quando Mark aveva superato i cinquant’anni, anche la madre viene a mancare e Mark subisce un altro duro colpo.
Ma questa è solo una parte della storia, senz’altro la più significativa, ma marginale.
Landis è noto al pubblico per un Suo vizietto che si porta dietro dall’adolescenza: è un falsario!
Questo Suo passatempo, di copiare le opere, non lo ha mai abbandonato anzi gli è forse anche “scappato un po’ di mano” al punto di riuscire a donare, sotto falso nome, opere di artisti più o meno famosi ai musei di gran parte del sud degli Stati Uniti.
Spacciandosi per un sacerdote (Padre Scott) o per un ricco ereditiere (Mark Lanois), si presenta a bordo della Sua Cadillac Rossa e dona opere perfettamente false senza mai voler nulla in cambio…solo l’esposizione in una parte del museo prescelto.
Atipico è anche il modo in cui sceglie i vari Suoi alter ego; Landis riesce a concentrarsi solamente con la TV accesa (Sua unica compagnia) e pertanto trascorre il tempo a guardare films di tutte le epoche.
Si ispira totalmente ai personaggi, studiandoli a fondo e riportandoli alla realtà durante le Sue “truffe”
E’ andato tutto liscio fino al giorno in cui, il Curatore del Museo di Oklahoma City, il Signor Matthew Leininger, ha iniziato a sospettare di qualcosa, e mettendosi a controllare accuratamente le opere donate, ha scoperto il raggiro.
Per quest’ultimo, Mark Landis, era diventato l’unica ragione di vita: trascorreva le giornate a studiare i movimenti del falsario, a mettere in guardia altri musei, a denunciare la truffa di Landis su giornali e siti internet, senza mai riuscire ad incastrarlo.
Il fatto è che i quadri di Mark sono perfetti, studiati nei minimi particolari, ripetuti decine di volte fino ad arrivare alla copia, invecchiati e raccontati in maniera maniacale.
Vederlo all’opera è straordinario, utilizza la Sua eccezionale memoria fotografica e riproduce il tutto sempre e solo davanti alla televisione.
Landis acquisendo esperienza, capisce anche che fondamentale, per chi controlla le opere, è la riproduzione delle firme e così copia in maniera pedissequa ogni singola lettera.
Uno dei Suoi falsi migliori è indubbiamente quello di Valvat, contemporaneo ed amico di Matisse, che ritrae una donna con un abito giallo, una cintura rossa e delle scarpe blu, ad acquerello e che Landis donò all’Oklahoma City Museum in memoria del padre Arthur Landis.
Il museo per rendere omaggio e ringraziare della donazione, tolse addirittura un Renoir e fece posto all’opera appena arrivata.
Di tutta questa strana storia, la cosa che però mi ha colpito di più è stata la fine, che ora vado a raccontarVi.
Dunque: ormai scoperto, e non potendolo arrestare, (in quanto erano donazioni senza scopo di lucro) Matthew Leninger e un giornalista del New Yorker, Signor Alec Wilkinson (interessatosi della vicenda) decidono di contattare Mark telefonicamente per organizzare una mostra con tutte le Sue opere.
Landis sembra aver voglia di una bella chiaccherata telefonica e si intrattiene parecchio con il giornalista che gli fa mille domande per capire il perchè di questo atteggiamento.
Poi gli propone l’idea della mostra e il falsario rimane basito e al tempo stesso entusiasta.
Finita la conversazione telefonica, si mette al lavoro, preparando scatoloni pieni zeppi di opere contraffatte…solo una era proprio Sua: la riproduzione di una foto che ritrae il volto dell’amata mamma.
Passano i giorni e la mostra viene allestita, Mark ovviamente è invitato a presenziare all’inaugurazione, tutti sono restii a credere che vi partecipi, ma Lui invece non ha dubbi e si presenta con nonchalance al rinfresco.
…”ma come? È venuto? Ha avuto il coraggio?”…
Lui spiazza i curiosi e non curante dell’inganno portato avanti per anni, inizia a chiacchierare felice con chiunque…e non smette più!
Si percepisce la voglia di stare con qualcuno, di avere degli amici, qualcuno che parli, che gli risponda gentilmente…
Nonostante la verve poco incline all’allegria, porta una ventata di leggerezza e risate che stemperano completamente quel clima teso che si era venuto a creare durante la Sua attesa.
Aveva solo voglia di qualcuno vicino…
Il documentario si è poi concluso con una frase di Mark che probabilmente nella Sua mente è la normalità, ma che non lo è affatto…”E’ strano sentire tanta attenzione nei miei confronti…nessuno è mai gentile con me!”
Mark Landis…un vero falsario da film!🎬
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