Il Libro di Kells
Se amate, come me, i film di Indiana Jones questo post fa per Voi.
Vi voglio raccontare una storia alla “Jonathan dimensione avventura”, un mix tra la magia di Harry Potter e Il mistero delle pagine perdute.
Sto parlando del Libro di Kells…(TAAA-TAAAN…)!!!!
Il Libro di Kells è il libro più antico del mondo, “il più perfetto esempio di arte irlandese” scritto da San Columba intorno all’800 dc e di valore inestimabile…
Pensate nel 1874 venne valutato 12mila sterline…👀
Si tratta di un manoscritto contenente i quattro vangeli – Matteo, Marco, Luca e Giovanni – nella traduzione latina di Girolamo, con integrazioni di una serie di testi tradizionali di prefazione che precedono l’inizio del Vangelo di Matteo.
Il nome “Kells”, deriva dal nome della cittadina in cui era custodito, all’interno dell’Abbazia del paese, a circa sessantaquattro kilometri da Dublino.
E’ considerato l’oggetto più prezioso del mondo occidentale ed è monumento nazionale dell’Irlanda, nonchè il più famoso tra i libri medioevali.
Attualmente conservato nella biblioteca del Trinity College di Dublino.
Trattare un argomento come questo non è affatto facile, considerando che devo farlo in poche righe, inizierei allora con un viaggio virtuale.
Cercando informazioni sul web e leggendo sull’argomento è come se, chiudendo gli occhi potessi essere lì, a Dublino, in quella magnifica biblioteca.
Pensate ad una sala ricoperta interamente di legno lucido, costruita all’inizio del 1700, contenente inizialmente centomila libri e successivamente soppalcata per accoglierne altrettanti.
Attraversatela nel silenzio tipico di una biblioteca… sono sicura che riuscite a sentire lo scricchiolio del legno sotto i Vostri piedi ed il tipico profumo di libri, inebriante e ipnotizzante.
Salite le scale…
I volumi che formano il Libro di Kells, sono tenuti in una stanza a temperatura costante, senza un filo di umidità.
Sono considerati delle vere e proprie Pop Star, la gente si accalca per poterli anche solo vedere da lontano, per cui sono accerchiati da guardie di sicurezza, stile servizi segreti a protezione del Presidente di una grande nazione.
I volumi sono conservati all’interno di scatole dal manico in pelle, tipo valigetta in legno.
Le scatole furono realizzate da un designer ebanista del 1900, tale: Edward Barnsley.
Sono costruite in modo tale da poter essere impilate una sull’altra.
L’emozione all’apertura dei vari contenitori è ovviamente tantissima, e la prima sensazione che dà il manoscritto è di essere estremamente levigato. I fogli sono piatti, nonostante i secoli, è questo grazie ad un lavoro preciso, ottenuto inumidendo con cautela i fogli e poi appendendoli da ogni lato con particolari mollette, per farli asciugare in tensione. I bordi sono rifilati e puliti.
La prima pagina del primo libro, fa restare un po’ a “bocca asciutta”…
Divisa in due colonne, nella parte di sinistra vi è un elenco di nomi in ordine alfabetico, come un catalogo, il che è strano, infatti il Libro Kells non era assolutamente destinato a essere consultato, ma bensì esposto.
La parte di destra invece è molto rovinata, con immagini scure e graffiate di difficile interpretazione. Si tratta in realtà della riproduzione dei simboli dei quattro evangelisti: un angelo per Matteo, un leone per Marco, un bue per Luca ed infine un’aquila per Giovanni.
Dopodiché vi sono le pagine dedicate alle tavole canoniche. Anch’esse di difficile interpretazione in quanto, come il resto del Libro, sono intervallate da colonne, collegate in cima da archi che formano una specie di porticato. “Osservare le tavole canoniche di un Vangelo è come sostare nelle corti soleggiate o nei corridoi dipinti di un palazzo bizantino o di un monastero del Mediterraneo”.
Più si va avanti ad esplorare le pagine, più ci si rende conto del lavoro minuzioso, tant’è vero che giunti alle ultime tavole canoniche, il miniaturista si deve essere arreso; si limita infatti a tracciare le ultime colonne con griglie rettangolari…
Certamente sfogliare il Libro di Kells, non deve essere cosa da poco e credo che solo veri intenditori possano realmente apprezzarlo.
Il susseguirsi di immagini particolari come quello della Madonna con in braccio il bambino, agli occhi di un inesperto come me, può risultare quasi grottesco.
Immagini sproporzionate con enormi occhi e bocca minuscola, seni cadenti e piccole gambette. La tecnica comunque, è indiscutibile vista la pienezza di particolari e ornamenti.
Si dice che il Libro Kells sia osservabile solamente al microscopio, per notare tutte le minuzie.
Per un profano, indubbiamente è più facile apprezzare la manualità della calligrafia, curata e precisa.
Ogni capoverso incomincia con una lettera maiuscola riempita di colori e disegni che danno l’idea a chi sta osservando, di guardare un gioiello.
Le maiuscole interne alle frasi, invece sono messe in evidenza da colori vivi.
Predominanti, nei testi, sono le figure di leoni, pantere e lepri.
Dietro questo volume è inoltre da tener conto la grande presenza politica.
E’ davvero un manoscritto totalmente irlandese o, come sostiene qualcuno, in realtà è stato prodotto sull’isola di Iona a largo della Scozia?! Si pensa infatti, che San Columba avesse guidato un gruppo di monaci su quest’isola dove fondò un monastero.
Per cui potrebbe essere stato creato, tutto quanto, in Scozia….
Altri suppongono proprio il viaggio contrario, ossia che San Columba si sia trasferito dall’isola di Iona a Kells in Irlanda. Quindi è solo una pura questione di date….dipende infatti dall’anno in cui si ritiene sia stato prodotto e quindi capire dove San Columba si trovasse in quel periodo…
In ogni caso che sia stato creato a Iona o a Kells è imprescindibile che lo stile del manoscritto sia tipicamente irlandese, questo perchè comunque, di fatto, Iona è molto vicino all’Irlanda e allora non aveva ancora l’appartenza geopolitica attuale.
Da scrivere, su questo Libro, ci sarebbe ancora tantissimo, se siete incuriositi e volete andare a Dublino, non vi resta che prenotare anticipatamente la visita alla biblioteca, per il momento potete approfondire l’argomento leggendo questo libro da cui mi sono ispirata: “Storia dei dodici monostritti” di Christopher de Hamel edito Mondadori.
Il mio viaggio virtuale termina qui…lo so, è stato brevissimo, ma sempre meglio che stare seduti sul divano a guardare la TV…😉!
Con affetto,
Ele***
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