Il Capitano Achab
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Questa sera non vorrei scrivere di un artista, ma di un personaggio…. Nato dalla mente di uno scrittore….Hermann Melville: una vera e propria “opera d’arte”!
Sto parlando del Capitano Achab…
Il Capitano della famosa baleniera Pequod e della caccia sfrenata a Moby Dyck, la balena bianca più grande al mondo.
E’ il racconto di una nave, del suo capitano e di un inseguimento durato tre anni…attraverso i sette mari, fino all’oceano Pacifico, alla ricerca di questo capodoglio mostruoso, diverso dagli altri perchè enorme, ma soprattutto perchè albino…
Il suo corpo pare fosse pieno di cicatrici, il suo spruzzo altissimo e pare muovesse la coda come una vela lacera.
La storia del capitano Achab viene narrata da un membro dell’equipaggio chiamato Ismaele, l’unico che riuscirà a tornare vivo da quest’ infinita avventura.
Ismaele, non avendo più nulla da perdere, decide di partire per il mare e darsi alla navigazione diventando, suo malgrado, il mostro sguardo.
Ma torniamo indietro.
Tutto ha inizio dalle coste del Massachusetts esattamente dall’isola di Nantucket.
Da quest’isola negli anni del 1800, salpavano moltissime navi, si reclutavano ciurme formate per lo più da uomini duri, spesso poco raccomandabili, gli unici capaci di restare in mare per mesi o anni e cacciare balene…pronti a tutto.
Ismaele decide di arruolarsi sul Pequod una nave piccola, vecchia, consumata dagli oceani.
Sulla nave Ismaele inizia a sentir parlare di questo capitano, ma non lo vede, gli raccontano che è chiuso da giorni nella Sua stanza a studiare le carte della navigazione, deve assolutamente catturare la Balena.
Gli raccontano di un uomo giusto, severo, alle volte intrattabile per via del moncherino aperto che gli provocava dolore e lo rende nervoso; da quando ha perso la gamba a causa di quella maledetta balena bianca, Moby Dyck, diventa a volte intrattabile. Pensate il capitano ha ovviamente una gamba finta, ma non di legno, come si potrebbe pensare, è fatta di ossa di balena, precisamente di un tratto di mascella.
Achab è un uomo misterioso, complesso, e i marinai lo temono, ma al tempo stesso lo venerano per la sua determinazione e il suo carisma.
E’ stato cacciatore di balene per tutta la vita, ha ucciso il primo cetaceo a diciotto anni ed ha passato i giorni sulle baleniere, fino all’incontro con quel capodoglio albino che è diventato la sua ossessione e, di fatto, la sua nemesi.
La nave parte nonostante la stagione avversa, ma probabilmente Achab non riesce più ad attendere oltre…aveva già aspettato ben trecentosessantacinque giorni e altrettante notti e ormai irrequieto ed esasperato decide di partire, contro le evidenti avversità.
Nei primi giorni di viaggio Achab non esce dalla cabina, poi finalmente esce in coperta, raduna gli uomini e rivela il vero scopo del viaggio.
Non si tratta di una normale caccia alla balena, si caccia solo una balena: Moby Dyck.
“Chiunque di voi per primo mi segnali la balena bianca riceverà in premio un doblone d’oro!”
E’ evidente che la sua non è una caccia, è un viaggio dominato dall’ossessione, dalla vendetta… la vendetta di un uomo contro un mostro, contro la rappresentazione di tutti mali del mondo.
Gli uomini dell’equipaggio si lasciano convincere, del resto una balena gigante significa riempire la stiva di olio, di grasso etc…ma per gli ufficiali no…sono dubbiosi, in particolare Starbuck, il primo ufficiale, che capisce subito le vere intenzioni di Achab, vede nel capitano qualcosa di terribile, quasi di blasfemo, ma è ben cosciente che nulla può far cambiare idea a quel uomo assetato di vendetta, nessuno può cambiare il suo destino e così si comincia: la caccia al capodoglio bianco inizia!!!!!
Ma questa non è una pura storia di vendetta, è la storia di un uomo spinto da una lucida consapevolezza…la vita e il mondo sono una rappresentazione già scritta, dove le creature si uniscono in un unico destino…nessuno è libero davvero, nemmeno lui…i suoi piani sono stati decisi addirittura da Dio stesso.
La balena bianca non è che una maschera, dietro di essa sono nascosti i malefici che hanno afflitto l’uomo dall’origine dei tempi…
Ormai la guerra di Achab è incontrollabile e non si torna più indietro.
Sono terribili le parole del capitano, l’ossessione ormai ha preso il sopravvento al punto tale da non rispettare nemmeno la regola del mare, quella della solidarietà e del soccorso.
In mare c’è un disperso, ma Achab sente che Moby Dyck è troppo vicino e rifiuta di fermarsi…
Starbuck sente che ormai il Capitano è perso tra i suoi desideri.
Mancano solo tre giorni alla fine di Achab e del suo equipaggio…nell’aria si sente l’odore e la presenza della Balena.
Ad un tratto un urlo. Il Capitano la vede: ”laggiù soffia, laggiù soffia, gobba come una montagna di neve…è Moby Dyck!!!!!!!”
L’inseguimento dure due giorni e due notti, il Pequod insegue Moby Dyck, ma il capodoglio è troppo intelligente…
Dopo un’infinita distruzione, il terzo giorno si arriva finalmente alla resa dei conti…la balena e il Capitano Achab sono uno di fronte all’altro…
Il Duello di un uomo contro una balena.
Con un colpo di coda Moby Dyck affonda il Pequod tutti gli uomini sono in mare, e Achab continua la guerra corpo a corpo, senza esclusione di colpi fino al drammatico epilogo.
Il cetaceo colpito più volte, sparisce sotto le acque e con lui i resti del Pequod, il Capitano Achab e il suo equipaggio.
Scompaiono tutti.
Tutti tranne uno…Ismaele che tratto in salvo dopo un giorno e mezzo in mare, può raccontare il suo viaggio, la storia del Capitano Achab e della sua nemesi: La balena bianca.
La follia di un uomo che per inseguire la sua ossessione, non pensa al destino di chi lo circonda, un uomo perso.
Ci sono storie di persone che cadono, si perdono e poi si rialzano, ma ci sono uomini che credono che il loro destino sia già segnato.
E’ questo il caso del Capitano Achab.
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